Restiamo muti di fronte alle notizie che ci scorrono davanti, quasi come un ingranaggio perfetto che produce indignazione, compassione e nello stesso tempo rifiuto. Da Calais a Goro, fino ai circa 20 mila minori senza genitori che sono sbarcati in Italia solo nel 2016. Tutto e il suo contrario si mescolano in sentimenti estremi ai quali non sappiamo spesso dare un senso.
Ma è proprio in momenti come questi che non dobbiamo farci condizionare né dallo stomaco né dal cuore. Occorre razionalità e concretezza. Zero demagogia. Servono a poco le barricate contro donne e bambini, così come parlare di un generico appello all’accoglienza.
Serve uno sforzo comune per affrontare una realtà per niente semplice, che chiama alla responsabilità di tutti, in particolare delle istituzioni europee che non possono continuare a demandare ai singoli stati nazionali la gestione di una spinta migratoria che dal 2014 si è fatta sempre pressante sui confini europei.
E proprio dall’Europa attendiamo una risposta altissima, che superi le diatribe politiche con un respiro più alto delle singole contese partitiche.
Ognuno faccia la propria parte. Noi del Gus continueremo a fare la nostra.