Quasi 200 mila profughi civili sono costretti a fuggire da Afrin, città a nord della Siria dove è in corso da gennaio l’operazione “Ramoscello d’ulivo”, un nome paradossale che copre una vera e propria pulizia etnica compiuta dall’esercito turco nell’immobilismo dell’occidente.
La popolazione di Afrin, già piegata dai bombardamenti turchi, è oggi accerchiata dalle milizie del cosiddetto “Esercito Libero Siriano”, un’accozzaglia di jihadisti provenienti da milizie riciclate dall’Isis e da Al Qaida che sotto l’egida della Turchia è protagonista del macabro saccheggio delle città e dei villaggi abbandonati dalla popolazione in fuga, oltre che delle efferate violenze contro i civili che oppongono una fragile resistenza.
La deliberata aggressione turca ad una regione pacifica, che nei lunghi anni di guerra civile siriana ha accolto i profughi provenienti da altre regioni devastate dal conflitto, è estranea al diritto internazionale. Come cittadini Europei non possiamo non rilevare la complicità delle istituzioni europee che hanno negoziato con il governo turco un macabro placet su questo intervento.
Il GUS Gruppo Umana Solidarietà, dalla primavera dello scorso anno nella regione del Rojava con alcuni progetti di cooperazione, si mobilita e si mette immadiatamente a disposizione per ogni iniziativa a sostegno del popolo di Afrin, dall’azione diplomatica alle iniziative e manifestazioni spontanee di solidarietà in corso in tutta Europa, fino al sostegno umanitario.
Dopo aver lanciato la sottoscrizione all’appello all’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Federica Mogherini, con la campagna #MeAfrin rilanciamo il nostro messaggio di fratellanza e vicinanza al popolo di Afrin e per il rispetto dei diritti umani.
L’obiettivo è anche quello di creare una rete che raccolga e coordini le iniziative spontanee attive su tutto il territorio, al fine di organizzare una risposta umanitaria importante e soprattutto tempestiva.
[huge_it_forms id=”12″]
Vedi l’elenco di chi ha aderito