Alle tre di pomeriggio, in pieno orario di lavoro, una o più persone hanno attaccato la sede del GUS di Piazza Mazzini. Un gesto che, si alimenta delle falsità, insinuazioni e calunnie di questi mesi e che trova protezione e silenzi accordanti nei troppi “se” e nei troppi “ma”.
Il GUS ha un motto tolto alle ultime parole di Alexander Langer: “Continuiamo in ciò che è giusto”.
Sugli accertamenti fiscali che coinvolgono anche il GUS precisiamo che siamo a conoscenza di questa attività ispettiva da parte della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate fin dal 2015 e abbiamo già risposto nelle sedi opportune nella serena consapevolezza che l’applicazione da noi data alla norma è quella corretta.
Come anticipato dal Presidente Paolo Bernabucci, il GUS domani, sabato 10 febbraio, sarà in piazza a Macerata per la manifestazione antifascista e antirazzista.
Il presidente Bernabucci: “continuiamo il nostro lavoro in silenzio, ma il clima di odio deve finire”.
Quinto giorno di bombardamenti dalla Turchia al cantone di Afrin il GUS fa appello all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini e a tutta la comunità internazionale per l’immediata cessazione delle azioni di guerra delle forze armate turche nel nord della Siria.
Faremo ogni sforzo e utilizzeremo ogni canale a nostra disposizione per esercitare la pressione necessaria sulle istituzioni italiane e internazionali affinché possa fermarsi questa azione criminale del governo turco contro il popolo del Rojava.
Il 2018 sarà l’anno dell’implementazione dei nostri progetti nel Rojava, in collaborazione con Uiki, Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia.
Piano di formazione al lavoro nel settore calzaturiero per quattro beneficiari del Progetto SPRAR “Vedo terra” del Comune di Servigliano gestito dal GUS.
Al via la tre giorni “Resistere! Resistere! Resistere!” promossa dal GUS Gruppo Umana Solidarietà, a Macerata da mercoledì 13 a venerdì 15 dicembre. Tre giorni per tre diverse forme di Resistenza, da Gramsci alla rivoluzione di Kobane, passando per i venticinque anni della Marcia dei 500 a Sarajevo.