Joseph Ibeazor, Gus Sestu
Storie di normale integrazione nei tornei Uisp. Protagoniste le società Serbariu Carbonia e Roman Cafè Sestu che hanno tesserato alcuni ragazzi provenienti dai centri di accoglienza. La compagine sulcitana del Serbariu schiera addirittura due fratelli: Saho Amadou, classe ’87, e Demba Manè, ’96. Paolo Melis de L’Unione Sarda le racconta una per una.
SESTU. Una bella storia è quella che riguarda Joseph Ibeazor del Roman Cafè Sestu: «Questo ragazzo giocava con i suoi amici nello stesso campo dove si allenava la mia squadra», spiega il presidente Boi, «si è presentato con l’aiuto di una mediatrice culturale perché parla solo in inglese, ci ha chiesto di poter giocare con noi e abbiamo accolto subito la sua richiesta. Inizialmente era molto timido», continua il presidente, «ma, una volta presa confidenza con il pallone e i suoi nuovi compagni di squadra ha dimostrato un invidiabile fiuto per il gol».
JOSEPH. Joseph, classe ’90, è un ragazzo che, partito dalla Nigeria, dopo aver attraversato il Mediterraneo passando per Lampedusa, è sbarcato a Cagliari nel 2015. Attualmente è ospite del Gus Cagliari e cerca di integrarsi grazie al pallone: «Il calcio è il mio sport preferito», spiega Joseph, «in Nigeria, disputavo il campionato con la squadra del mio stato, l’Anambra State. Mi trovo molto bene con i nuovi compagni, mi hanno accolto come non avrei mai immaginato e mi fanno sentire apprezzato, sono quindi sereno e riesco a dare il meglio di me. Prima di partire dal mio paese ho concluso il ciclo di studi obbligatori e spero in futuro di ritagliarmi uno spazio nel calcio che conta».
Joseph Ibeazor, Gus Sestu
AMADOU. Amadou è arrivato a Cagliari nel 2014 dal Gambia, come racconta lui stesso: «Sono arrivato in Italia attraversando il Mediterraneo su un barcone salpato dalla Libia. Sbarcato in Sicilia sono stato poi destinato a Cagliari e quindi a Carbonia dove ho conosciuto i miei attuali compagni di squadra. Quando penso al futuro cerco di essere positivo, per ora studio e mi piacerebbe continuare a giocare a calcio, magari in una grande squadra».
DEMBA. Demba arriva invece dal Senegal: «Siamo fratelli, ma nati in paesi diversi perché i nostri villaggi sono proprio al confine tra Senegal e Gambia», si affretta a precisare Amadou. «Lui è partito nel 2015 ed è stato più fortunato rispetto a me», continua suo fratello. «Era su un barcone diretto verso la Sicilia ma è stato soccorso al largo della Libia da una nave militare. Così è approdato direttamente in Sardegna dove ci siamo poi ritrovati».
SERBARIU. «Abbiamo conosciuto questi ragazzi quando erano ospiti al centro Enap di Carbonia», spiega il presidente della società, Mauro Pennisi. «Hanno disputato alcune amichevoli giocando da avversari contro la nostra squadra e, visto quello che hanno dimostrato in campo, ci ha fatto un immenso piacere poterli tesserare». «Noi gli aiutiamo nel percorso di integrazione con l’ausilio dello sport e loro ci ripagano con l’impegno in campo: Amadou è un vero bomber e segna tanti gol, Demba invece è un difensore ed è molto forte fisicamente», continua. «Attualmente risiedono entrambi nel capoluogo ma ogni settimana, prima della partita, andiamo a prenderli per permettere loro di poter scendere in campo». I due ragazzi si sono ambientati con il resto della squadra ma non dimenticano la strada che li ha portati in Sardegna.
Paolo Melis da L’Unione Sarda