Missione_GUS_Kurdistan
Oggi 21 marzo, in Kurdistan e in tutti i paesi dell’Asia centrale, si celebra il Nawruz, antica festa popolare che celebra il primo giorno del calendario persiano. In questo giorno carico di significato il GUS Gruppo Umana Solidarietà ha deciso di stare accanto al popolo curdo e di festeggiare insieme il Nawruz.
Una delegazione della ONG marchigiana si trova infatti in Kurdistan, per sostenere l’esperienza che sta portando avanti il popolo del Rojava: oltre quattro milioni di curdi che occupano la regione situata su una striscia di terra nel nord della Siria. Uno stato non riconosciuto, che dopo aver sconfitto l’Isis, accanto alla ricostruzione, sta sperimentando una importante forma di autogoverno, democratica, laica e paritaria. Una vera rivoluzione per il Medio Oriente.
“Siamo vicini ai popoli del Kurdistan e del Rojava”, afferma il presidente Paolo Bernabucci, “questa esperienza è un esempio di convivenza e un esperimento di democrazia dal basso, che può essere di grande stimolo per tutti i popoli del Medio Oriente”.
La missione mediorientale del GUS parte proprio da qui, dal Kurdistan iracheno e dal Rojava siriano. “Seguiamo da anni attraverso la nostra rete l’evoluzione degli eventi in questa regione, che dopo la rilevanza mediatica seguita alla liberazione di Kobane dall’Isis rischia di scomparire dai radar dei media e della comunità internazionale”, aggiunge Bernabucci, il quale si trova in Kurdistan con una delegazione del GUS per un primo assestment. “Vogliamo capire da vicino i bisogni e le necessità di un popolo che deve ripartire da zero dopo la guerra e le razzie compiute dall’Isis. E da qui vogliamo portare il nostro contributo per capire come dare voce e forza a questa importante esperienza di democrazia”.
“Partiamo dal Rojava”, conclude il presidente Bernabucci, “con l’obiettivo di sostenere le comunità del Medio Oriente che si trovano in prima linea nella quotidiana lotta all’Isis e per sensibilizzare la comunità internazionale ai valori della solidarietà e della pace tra i popoli”.