Abdoulle, lettera
Ne arrivano moltissime di lettere come quella di Abdoulle, che pubblichiamo qui sotto. Ci dicono grazie in tutte le lingue del mondo, perché li facciamo sentire se non proprio a casa, quantomeno in qualcosa che gli somiglia.
Abdoulle KebbehPubblichiamo questa lettera di Abdoulle, tutta scritta in stampatello blu, perché il suo italiano, costruito mattoncino su mattoncino in sei mesi, è sorprendente. E quello che ci dice riassume tutto ciò che vogliamo continuare a fare ogni giorno.
Abdoulle, gambiano classe 1988, ha attraversato il mare seguendo quelle rotte dei migranti, che mettono insieme fortuna e umanità. Da sei mesi è ospite del Gus a Treia, all’interno del progetto Emergenza Macerata per Richiedenti asilo. Ha ottenuto la Protezione umanitaria e ora dovrà costruire il suo futuro studiando per migliorare il suo italiano e per integrarsi ancora meglio nel nostro Paese. Il Gus continuerà ad aiutarlo perché non debba avere più bisogno di noi.

Caro Gus,
mi chiamo Abdoulle Kebbeh,
vengo dall’ovest Gambia in Africa.
È un grande piacere scrivervi
per esprimere la mia felicità.
Grazie per il rischio
di aver salvato la mia vita in mare.
Ringrazio tutti i membri del Gus
per essersi presi cura di noi.
Ci avete vestito,
ci avete ospitato e curato
per una vita migliore.
Ci avete aiutato
con i nostri documenti.
Il vostro lavoro non è facile perché voi
lavorate con molti ragazzi
di diverse culture.
Se è capitato una volta
che non sono stato corretto,
vi chiedo di perdonarmi,
non è stata mia intenzione.
Vi sono riconoscente
per la vostra gentilezza e umanità.
Sono felice
e vorrei dire grazie a Nighist.
Le mie insegnanti mi hanno dato
il coraggio di andare a scuola
e di avere una buona educazione, italiana e europea.
Grazie a loro se oggi parlo l’italiano
non potrei mai essere in gradi di restituire il favore.
Un grazie particolare al mio mediatore
che mi ha sopportato
per tutto questo tempo con consigli utili.
Un milione di grazie a ognuno di voi.
Grazie a tutti con amore
da Abdoulle Kebbeh.