Il GUS racconta attraverso le immagini dell’intervento dei propri operatori e volontari nelle aree colpite dal terremoto nelle Marche 2016/2017.

Ph. Massimo Vita

“Il terremoto del 2016 ha segnato una linea netta tra il passato e presente. Sappiamo quello che abbiamo perso, ma non abbiamo ancora chiaro quello che sarà. Il presente, l’oggi, sono le uniche certezze che ci aiutano ad andare avanti, a districarci tra pratiche ammini- strative, case da sgombrare, ricordi da ricollocare, socialità da ricostruire”. 

E’ successo tutto alle prime luci dell’alba del 24 agosto 2016, più precisamente alle 03:36. Poi il silenzio. Sono stati tanti i volontari che hanno affiancato il GUS nel tentativo di ascoltare, sostenere, accompagnare la popolazione terremotata. 

Ma il terremoto non si è fermato: sono arrivate altre due scosse il 26 ottobre con epicentri tra i comuni della provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Ancora una volta non era finita. Il 30 ottobre 2016 è arrivata la scossa più forte, seguita il 18 gennaio 2017 dalla sequenza di quattro forti scosse. 

In quel momento il GUS è intervenuto con le sue strutture informali, con il suo personale selezionato e formato innanzitutto ad accogliere le persone colpite dal terremoto e a soddisfare il loro bisogno bisogno di parlare, condividere e ricostruire.

Ph. Massimo Vita

“Non è facile raccontare quello che è successo in questo anno. Dolore, rabbia, solitudine, speranza sono alcuni dei sentimenti che ognuno di noi ha provato con modalità ed intensità diverse”. 

A distanza di tre anni, il GUS vuole ricordare quanto successo attraverso il racconto del lavoro silenzioso di molti operatori e volontari che non si sono arresi, ma hanno lottato insieme alla popolazione per aiutare a ricostruire.

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Questo libro non ha la presunzione di raccontare “il terremoto”, vuole dare voce attraverso le immagini all’intervento del GUS nelle aree colpite dal terremoto nelle Marche 2016/2017.

“Quando la terra trema, il silenzio diventa assordante; quando la terra trema, le macerie seppelliscono le speranze; quando la terra trema, spesso, è già troppo tardi. E il 24 agosto del 2016 è stato troppo tardi. Troppo tardi per mettersi in salvo, troppo tardi per correre al riparo, troppo tardi per non gridare contro la notte”. 

M.Vita